
ISOLE DEI TESORI IL LIBRO
Tutto inizia
“ GENNAIO 2006 “
AEROPORTO DI MAHE ARCIPELAGO DELLE ISOLE SEYCHELLES, OCEANO INDIANO
...sono le prime ore dell'alba, fra i passeggeri dell'aereo giunto da Parigi, scendono due gruppi di persone, che hanno un incarico
particolare, una missione, loro affidata, racchiusa in un oggetto modesto, custodito nel bagaglio a mano : una croce di metallo.
Nessuno li nota più di tanto a parte il fatto di essere due famiglie con rispettivamente quattro e cinque figli.
Ma quel loro mettere piede su quella terra è denso di emozione, speranze, aspettative sia loro che per tanti altri che li aspettano e che incontreranno nei mesi e negli anni a venire … una goccia cade a terra dalla fronte di qualcuno di loro.
Forse sudore per il caldo o una lacrima e da li una preghiera
." L isola del tesoro è :
il luogo dove ognuno ha nascosto o cercato le cose più preziose di se stesso. Io ho nascosto i sogni ,le mie speranze , i desideri, come vorrei la vita mia oggi e in futuro, nell'esserci ancora fra cent'anni a scoprire preziose novita' e incantevoli ricordi di felicità. "
“Quando un uomo, scrive le sue sofferenze, gioie, preoccupazioni, amori, mettendo a nudo se stesso per dare speranza a chi legge,
quest’uomo è già di un’altro pianeta !” Luca Guggiari compagno di ventura nella missione in Seychelles
DEDICA : Cara Beatrice “ Raccogliere “
Ho pensato di fare cosa gradita nel raccogliere le lettere e gli scritti legati alla nostra missione, così potrò approfittare nel ricordare,
insieme a te, questa esperienza, non finendo di ringraziarti mai abbastanza per il bene e il sostegno che anche tu ci hai regalato !
Tempo ne è passato molto, sia nella preparazione, circa due anni abbondanti, come nel vivere intensamente il tempo di missione,
mentre ora che raccolgo, con la mia memoria le sensazioni e i ricordi mi sento come se avessi vissuto tutto in un altro tempo, quasi antico eppure così vivo per me, ma anche per tutti i miei famigliari che hanno condiviso con me questa splendida storia !
Parliamo spesso del passato vissuto. Molti ricordi ci sono rimasti vivi e hanno influito sui nostri modi di pensare e di vivere, e la parola serve a mantenere vivo il ricordo, che sembra talvolta sbiadire; poi parlandone si attualizza e ci serve da paragone per la vita attuale.
Luoghi, sogni.
I luoghi, il clima, i panorami, l’Oceano ci restano nel cuore confine tra memoria, sogno e desiderio, perché ogni tanto qualcuno in famiglia dice : “sarebbe bello tornare là, chissà come vivremmo oggi se fossimo là, cosa staranno facendo tutte le persone che abbiamo conosciuto, cosa non daremmo per avere i mezzi o l’occasione per tornarci, forse anche solo per una scappata, una rimpatriata con tutti i nostri amici e fratelli di cammino laggiù conosciuti, chissà..,? “
Scenografie dell' Oceano, di foresta tropicale, di frutti esotici, di volti amici, di pelle scura e sorrisi chiari, ci balenano in mente quando incontriamo gente di colore, o vediamo un poster o un documentario sui paesi tropicali, o scorgiamo qualche frutto dei tropici nei supermercati, qui impacchetati , con etichette e prezzi, mentre là ci cadevano ai piedi e li raccogliavamo sugli alberi di casa nostra ! Fatti di vita ne sono accaduti tanti là, e ci hanno insegnato molte cose, parole e modi di vedere la vita, ma tra gioie e sofferenze, tra silenzi e risate fragorose africane, tra notti afose e bagni di mare, feste e digiuni senza soldi, ci è rimasta la certezza di essere amati, ci è rimasta anche la lezione dell’umiltà che tutto aggiusta .
Vivere sinceri.
Quando eravamo qui in partenza, pensavamo a quanto bene avremmo potuto fare, come eroi missionari, con : animazione, oratorio, avremmo migliorato la vita degli altri,forse.. ma quando siamo stati là abbiamo ricevuto molto, molto di più nella vita quotidiana da loro che in molti progetti pensati.
Quante azioni spontanee vissute sul momento, con sincerità con il cuore, con i pregi e i difetti che avevamo. Nessuno programmava il bene, ma lo vivevamo sul momento, più in comunione quotidiana con loro, fra i creoli già esperti del vivere e a cui affiancarsi.
Vivevamo giorno dopo giorno amalgamandoci e condividendo ogni azione. Non eravamo colonizzatori.
Cara Beatrice, fra i tanti tu sei stata una nostra fedele “ tifosa “, ci hai spronati a restare là tutto il tempo necessario, e solo Dio poteva sapere quanto fosse. Questo insieme a tanti singoli amici e simpatizzanti vicini e lontani che ci hanno spronato a restare alle Seychelles.
Abbiamo rimparato ad amare. Ogni giorno, in quei volti stanchi dei miei figli, di mia moglie così bella abbronzata, nei nostri fratelli e
sorelle di questa terra frammento di vita nell’Oceano . Oggi sicuramente un pezzo di quelle spiagge, di quella foresta e di
quel cielo azzurro, ci è rimasto incastonato come una pietra preziosa nel cuore e nell’anima e pur se un po’ fa male, nessuno di noi vi rinuncia per tutto l’oro del mondo. Che l’amore, che anche tu ci hai voluto, che ci hai insegnato e ci continui a dare ancora, ci accompagni per il resto dei nostri giorni, grazie mia preziosa fedele e sempre vicina madre Beatrice.
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